Indignati: in 'marcia' da Roma a Napoli su una sedia a rotelle (Adnkronos)
Indignati: in 'marcia' da Roma a Napoli su una sedia a rotelle
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - Si chiama Francesco, ha 33 anni, e' diplomato Ragioniere programmatore ma e' senza lavoro. Domani o sabato partira' da Roma per raggiungere Napoli con gli ''Indignati'' che ieri hanno lasciato Piazza san Giovanni e si sono momentaneamente stabiliti nell'ex manicomio provinciale di Santa Maria della Pieta' a Roma. Lui ha pero' una 'particolarita'' e' su una sedia a rotelle. Fa parte della Commissione Persone Speciali degli Indignati della Capitale nata con lo scopo di ''contribuire alla creazione di una società che sappia modellarsi rispetto alle reali esigenze umane, che sappia facilitare la libera espressione di chiunque, che promuova l' integrazione, ma soprattutto l'inclusione delle risorse in primo luogo umane, attraverso la relazione interpersonale e la diffusione di idee. Ed e' deciso: partira' alla volta di Napoli per portare la sua esperienza e rivendicare i diritti delle persone con 'discapacita'. ''Per i disabili - spiega Francesco all'Adnkronos - c'e' tanto da rivendicare, dal lavoro alla mobilita', dalla vita sociale al tempo libero al diritto all'autonomia, passando per l'istruzione. In Italia non va niente. Le leggi ci sono, e sono anche all'avanguardia ma e' difficile che vengano rispettate. Come si dice? ‘'Fatta la legge trovato l'inganno''.
Mentre Francesco, che si e' unito agli Indignati nell'?accampata' a Caracalla spiega le sue ragioni, nel padiglione dell'ex Lavanderia il gruppo che si e' trasferito da piazza San Giovanni e' in assemblea per decidere se partire domani o sabato e quale sara' il percorso. Dentro l'ex lavanderia una cinquantina di persone, di diverse nazionalita': francesci, norvegesi, algerini, olandesi, una ragazza australiana e, ovviamente, italiani.
Gli 'indignati' non si distinguono per il colore della pelle e neanche per la loro appartenenza sociale, religiosa o tantomeno anagrafica: sono giovani ma anche anziani, disoccupati, hippy, operai, impiegati e artisti, accomunati dal desiderio di mostrare tutta la loro indignazione contro le inefficienze del sistema capitalistico e finanziario. Non sono dotati di un leader, le decisione vengono prese da una sorta di ''assemblea comune'', e le loro decisioni le comunicano attraverso i social network, come Facebook e Twitter.''Fino ad ora – spiega quindi Daniele, uno degli Indignati romani che fa parte del gruppo di 'Marciatori' Nizza-Atene e della Commissione Comunicazione e che all'interno dell'assemblea assolve anche funzioni di traduttore - abbiamo fatto tappe da 22 a 28 chilometri al giorno ma vorremo abbassare la media e fare piu' tappe con soste di almeno due giorni nelle citta' per sensibilizzare e coinvolgere dal 'basso' la popolazione''. ''Dovremmo partire domani o, al piu' tardi sabato e la prima tappa sara' ai Castelli, poi - aggiunge - decidendo la sosta di volta in
volta arriveremo fino a Napoli''. Non ci sono date prestabilite, ''arriveremo!'', l'unica data certa e' il 15 aprile quando arriveranno ad Atene.
C'e' chi dice che Francesco e' l'unico disabile ad aver deciso di partecipare alla 'Marcia' e chi dice, invece, che in altre realta', come in Spagna sono diversi i disabili che partecipano>.
Lui si schermisce: ''non mi interessa, non marcio per quello ma per rivendicare i diritti delle persone con disabilita'. E' un'esperienza''. Non si pone nemmeno
obiettivi ambiziosi: ''Ad Atene? Non so se ci arrivero'. Intanto arrivo a Napoli poi si vedra'''.
Francesco non sara' accompagnato da messun membro della sua famiglia, che comunque non ostacola e anzi sostiene la sua decisione, ne' da un amico speciale', e' il gruppo che in caso di necessita' gli dara' una mano.
''La marcia e le 'accampate' - conclude Daniele - sono un mezzo per diffondere un messaggio, per risvegliare le coscienze e rianimare la partecipazione''. Diritti, uguaglianza, ricchezza condivisa e, soprattutto, partecipazione. Ridurre il potere delle banche e delle multinazionali. Fermare gli speculatori. Insomma, un diverso modo di vivere e di rapportarsi agli altri.
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